Il Comitato 3e36 chiede un incontro alla nuova Giunta – 3 dicembre 2021

Oggi il nostro Comitato ha inviato una richiesta di incontro alla Amministrazione Comunale di Amatrice recentemente insediatasi.

Crediamo infatti che sia urgente affrontare con la nuova Amministrazione alcuni temi di fondamentale interesse per la nostra comunità.

PSR Amatrice e Frazioni
Stato di avanzamento, linee di indirizzo, partecipazione della popolazione mediante incontri intermedi e attivazione delle Udienze Pubbliche secondo le modalità previste dalla normativa post sisma ai fini dell’adozione da parte del C.C.

Aggiornamento sullo stato delle OPERE PUBBLICHE
• Ospedale di Amatrice: avanzamento e termine previsto dei lavori
• Cimiteri: avanzamento lavori del Cimitero di Amatrice e aggiornamento sul finanziamento degli altri cimiteri comunali
• Ospedale di Amatrice: avanzamento e termine previsto dei lavori
• Cimiteri: avanzamento lavori del Cimitero di Amatrice e aggiornamento sul finanziamento degli altri cimiteri comunali
• Albergo scuola: avanzamento e termine previsto dei lavori
• Sottoservizi e opere di urbanizzazione: situazione ad Amatrice Centro e nelle 69 frazioni
• PASS: riposizionamento a seguito lavori di cantierizzazione della “CASA DEL FUTURO” e carenze nel servizio di assistenza attualmente fornito ai cittadini
• Pronto Soccorso: come garantire il servizio in modo continuativo nell’arco delle 24 H

PNRR
Elenco e stato dei progetti presentati dal nostro Comune

AREE SAE
censimento delle SAE attualmente occupate e loro assegnazione
manutenzione SAE al termine del contratto quadriennale di garanzia con CNS
futuro delle aree SAE e ripristino dei terreni concessi in locazione

VIABILITÁ
Piani di manutenzione della rete stradale comunale

SPORTELLO U.S.R.
funzionalità, proposte di potenziamento.

Crediamo che l’incontro richiesto rappresenti la naturale prosecuzione del lavoro di stimolo e informazione che ha sempre contraddistinto il nostro Comitato, e rimaniamo in attesa di un riscontro, certi che questa Amministrazione ritenga importante quanto noi il tema della inclusione e della partecipazione popolare ai processi di governance della ricostruzione.

AMATRICE – Crollo beni storici, artistici e culturali: di chi sono le responsabilità?

Crollo delle chiese e perdita dei beni storici, artistici e culturali: di chi sono le responsabilità?

Scossa dopo scossa abbiamo assistito al progressivo annientamento di chiese, opere d’arte, elementi storici di pregio e di decoro. L’identità di una popolazione affonda le sue radici anche e soprattutto nel patrimonio storico, artistico e culturale costruito nel corso dei secoli. Eppure, nonostante siano passati oltre cinque mesi, le chiese continuano a crollare e i beni, più volte segnalati dai cittadini, restano esposti alle intemperie con il rischio di perderli per sempre.

Come è stato possibile tutto questo?

È quello che il Comitato Civico 3e36 domanda alle Istituzioni.

Per andare a fondo in questa vicenda occorre però ricostruire gli accadimenti per meglio comprendere se vi siano state delle mancanze da parte degli Enti preposti alla tutela dei beni di valore storico, artistico e culturale.

La prima grande mancanza è da riscontrare nel primo decreto legge, il n.189 del 17 ottobre 2016.

Non furono previsti interventi a carattere di urgenza per la messa in sicurezza dei beni a rischio crollo. La maggior parte dei provvedimenti presi furono a posteriori, cioè dedicati al recupero dei beni ormai compromessi e allo stoccaggio presso i locali dell’Unità operativa depositi temporanei. Per questo motivo molte strutture rimaste ancora in piedi seppur danneggiate, finirono con lo sbriciolarsi a seguito delle successive scosse di fine ottobre 2016.

In seguito all’evento sismico del 30 ottobre, dopo pressanti richieste per lo più da parte dei cittadini, fu emanato un nuovo decreto-legge, il n. 205 dell’11 novembre 2016.

L’articolo 6 del decreto 205 prevedeva interventi immediati sul patrimonio culturale. Il decreto-legge conteneva alcune disposizioni che consentivano di avviare tempestivamente interventi di tutela e ricostruzione del patrimonio storico e artistico danneggiato dagli eventi sismici. In particolare, in merito alla progettazione di interventi per la messa in sicurezza di beni culturali e immobili, era previsto che le pubbliche amministrazioni competenti potessero procedere con affidamento diretto delle progettazioni a professionisti qualificati, senza ulteriore formalità, per importi inferiori a 40mila Euro. Inoltre, per evitare ulteriori danni ai beni culturali e paesaggistici presenti nei propri territori, i Comuni interessati erano liberi di effettuare in proprio gli interventi indispensabili, compresi quelli di messa in sicurezza degli edifici, dandone immediata comunicazione al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

Il decreto-legge, valido sessanta giorni e poi non convertito, dava quindi la possibilità alle pubbliche amministrazioni competenti di intervenire per porre in sicurezza immediata tutti quei beni storici e culturali esposti al rischio crollo e danneggiamento.

Dall’11 novembre 2016 si è dovuti giungere alle scosse del 18 gennaio 2017, che hanno ancor più compromesso per quanto possibile il nostro patrimonio artistico e architettonico, per vedere iniziare qualche azione di recupero concreta.

Nonostante ciò pochi, anzi pochissimi, sono a oggi i beni messi in sicurezza.

  • Perché, nonostante il decreto n. 205 dell’11 novembre 2016 concedesse ai Comuni piena libertà di azione per le necessarie opere di messa in sicurezza, il Comune di Amatrice ha tardato ben due mesi prima di agire?
  • Perché sono state ignorate le segnalazioni dei moltissimi cittadini che sollecitavano interventi a tutela dei monumenti? A cosa servono gli appelli allo spirito di squadra e di collaborazione se poi le grida di allarme dei cittadini cadono nel vuoto?

Sentiamo giustificare ritardi e mancanze adducendo responsabilità alla burocrazia e alla mala gestione politica dell’emergenza. In questa occasione sappiamo che la burocrazia aveva sbloccato la macchina a partire dall’11 novembre 2016.

La burocrazia, pertanto, non può essere in questo caso una scusante così come non può esserlo il tema del lutto e della ferita ancora aperta.

Si è tardato ad agire. Buona parte di quel che restava del nostro patrimonio artistico, storico e culturale poteva e doveva essere messo in sicurezza. È andato invece distrutto nei cinque mesi successivi al sisma del 24 agosto.

Ignavia, distrazione?  Da cosa sia dipeso non sappiamo dire, ma ci auguriamo che chi di dovere faccia d’ora in poi tutto ciò che è in suo potere per salvare il salvabile e che le Autorità competenti sappiano, se del caso, sanzionare le negligenze colpevoli.


 

Il documento completo è stato inviato al Comune di Amatrice, alla Regione Lazio, al MiBACT, al Commissario Errani, al Capo della Protezione Civile, e per conoscenza alla Procura e alla Prefettura di Rieti: Comunicato ufficiale [pdf]

Resoconto del primo incontro con il Commissario Errani

Resoconto del primo incontro tra il Comitato Civico 3e36 e il Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione Vasco Errani

Si è svolto il 1/2/2017 a Roma presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un incontro tra una delegazione del Comitato Civico 3e36 e il Commissario straordinario alla ricostruzione Dr. Vasco Errani.

Erano presenti, oltre al Commissario Errani, il vicepresidente del Comitato 3e36 Renzo Mozzetti e i consiglieri Claudio Quaranta, Sonia Santarelli e Francesca Spada.

 

La delegazione del Comitato ha consegnato al Commissario un documento in otto punti riguardanti situazioni critiche per gli abitanti e il territorio rappresentati, e proposte per la normativa concernente la futura ricostruzione.

Il Dr. Mozzetti ha brevemente introdotto il Comitato 3e36 riassumendone la storia e illustrandone le motivazioni di rappresentanza e tutela delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nonché di assistenza e supporto nel processo di ricostruzione del tessuto sociale, economico e urbanistico.

Il Commissario Errani ha manifestato apprezzamento e condivisione riguardo al mantenimento di un adeguato livello informativo dei cittadini sulle azioni in essere e sulle future determinazioni.

Il Dr. Mozzetti ha quindi fatto riferimento all’assemblea cittadina svoltasi in settembre a Amatrice, durante la quale il Commissario sollecitò la partecipazione dei cittadini ai processi di ricostruzione, e alla luce di tale invito ha evidenziato il punto 8 del documento di proposta, in cui il Comitato chiede l’istituzione di un tavolo permanente che metta insieme tutti i soggetti interessati, che consenta l’attiva partecipazione dei cittadini al processo decisionale, e dia modo a tutti gli attori di ricevere le stesse informazioni su normativa e procedure.

Il Comitato ha infatti lamentato in più occasioni rimpalli di responsabilità su temi specifici che hanno generato confusioni e disservizi, quando non veri disastri come nel caso esecrabile dello stato di rovina in cui ormai versa la maggior parte dei beni culturali e architettonici del territorio.

Il Commissario ha evidenziato come gli enti proprietari di tali beni, ad esempio i Comuni e la Curia, possano ex legge 225 disporre puntellamenti e messe in sicurezza col solo obbligo di informare le Soprintendenze.

Sul tema dei servizi sul territorio, il Commissario ha comunicato che la fase di smontaggio dell’edificio scolastico esistente, seguita dalla costruzione dei nuovi edifici, che saranno di prefabbricato in muro a secco, dovrebbe essere conclusa, o comunque essere giunta a una fase tale, da consentire in sede l’inizio del nuovo anno scolastico.

Il confronto è proseguito sul tema delle procedure per la presentazione dei progetti di miglioramento sismico delle abitazioni classificate B, per le quali i termini di scadenza sono prossimi.

Il Dr. Errani si è detto consapevole di trovarsi di fronte a una situazione fluida, in cui le scosse che si sono succedute hanno in molti casi peggiorato lo stato delle abitazioni rispetto alle prime classificazioni. Ha evidenziato come già la sua ordinanza n. 4 preveda la possibilità di certificare il passaggio dello stato di un immobile, ad esempio, da categoria B a C per mezzo di una perizia giurata di un tecnico incaricato dal proprietario, e che il costo sostenuto viene rimborsato in ottemperanza del riconoscimento a tutti del diritto al 100% della ricostruzione.

Il Commissario Errani ha anticipato che il DDL in approvazione conterrà la possibilità per i sindaci di incaricare i propri tecnici per procedere alla microzonizzazione sismica del territorio.

In conseguenza della fluidità della situazione, i progetti presentati potrebbero dover subire cambiamenti.

In tal senso, sempre nello spirito di non voler negare a nessuno il diritto alla ricostruzione, i termini e le scadenze hanno carattere ordinatorio e non perentorio.

Claudio Quaranta ha segnalato la estrema difficoltà degli abitanti nel rientrare in strutture integralmente in muratura stimolando una riflessione circa l’utilizzo di strutture miste legno, acciaio, cemento rinforzato.

Su questo e più generale sul tema della ricostruzione, il Dr. Errani ha affermato di sostenere un’idea di ricostruzione partecipata, in cui i cittadini dovranno scegliere il proprio modello di città, e il suo ruolo debba essere quello di mettere a disposizione gli strumenti di realizzazione. Ha inoltre precisato che, pur essendo prevalente in ambito tecnico istituzionale l’orientamento a un rispetto degli elementi urbanistici tradizionali, non si intende operare forzature in merito alle scelte di materiali e tecniche costruttive, che debbono conseguire da una reale concertazione con le popolazioni residenti.

Il Comitato ha evidenziato come la ricostruzione sia subordinata al mantenimento di una comunità e dunque l’importanza degli strumenti di sostegno alle famiglie e alle imprese.

Nello specifico per il comparto zootecnico la Dr.ssa Santarelli ha chiesto chiarimenti sulle tempistiche di rimborso delle fatture non quietanzate per i lavori disposti dagli allevatori, nel timore che manchino le aziende disponibili a accollarsi rischi troppo elevati, e il Commissario Errani ha risposto che i tempi di pagamento saranno più rapidi della media a cui le imprese sono abituate.

La Dr.ssa Spada ha quindi portato all’attenzione del Commissario il tema delle demolizioni e della gestione delle macerie, e delle relative procedure seguite in Amatrice centro e in alcune frazioni. Il Comitato ha lamentato che spesso a causa del carattere di urgenza degli interventi questi siano stati effettuati senza il congruo preavviso ai proprietari, e compiuti danni evitabili se ci fosse stata più coordinazione tra i soggetti coinvolti, in particolare con il MiBACT.

Il Dr. Errani ha affermato che il diritto al recupero deve essere garantito per tutte le macerie non su strada, e ha anticipato che in tal senso disporrà il DDL in scrittura.

Sul tema specifico degli edifici collabenti, il Dr. Errani ha ribadito che non saranno finanziati edifici inagibili e in rovina alla data del terremoto, se non nel caso di aggregati per consentirne la continuità strutturale e che in quel caso il finanziamento sarà del 100%.

Il Comitato ha richiesto più trasparenza e comunicazione, facendo riferimento al punto 7 del documento di proposta, per tutelare i cittadini dagli abusi, e ha confermato la propria volontà di coadiuvare nelle funzioni di sostegno e divulgazione.

Il Dr. Errani ha evidenziato che il suo ufficio è competente in modo specifico ed esclusivo su tutte le azioni correlate al processo di ricostruzione: demolizioni, rimozione delle macerie, studi e indagini geofisiche e geognostiche, monitoraggi e definizione di parametri di riferimento per l’elaborazione dei progetti, e in generale dell’opera di ricostruzione.

Le criticità segnalate dal Comitato in relazione alle enormi difficoltà e ritardi inerenti SAE, stalle per gli allevatori, erogazione e rimodulazione degli strumenti di sostegno al reddito dovranno essere discussi più specificamente con Regione e Protezione Civile in un prossimo incontro in fase di definizione.

Doveroso rilevare la estrema disponibilità del Commissario all’ascolto e alla condivisione delle informazioni, testimoniata anche dalla conferma, in chiusura del colloquio, della programmazione di un successivo incontro nel corrente mese di febbraio, da svolgersi anche alla presenza di rappresentanti degli altri Enti interessati.

Link al documento presentato

Link al documento di sintesi

Lettera aperta al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali

Lettera aperta al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali  

Onorevole Ministro,

con la presente siamo a rappresentarle la triste condizione che aleggia sul patrimonio storico- artistico della conca Amatriciana, ad ormai cinque mesi dal primo evento sismico che ha sconvolto  il nostro territorio; inizieremo da un piccolo aneddoto.

Circa tre settimane dopo il sisma del 24 agosto un uomo straordinario, Ignazio, di professione  pompiere, durante una complessa operazione di recupero lungo il corso di Amatrice, all’interno di  un locale letteralmente “tumulato” sotto due piani di macerie, si è tolto i guanti per raccogliere un  libro dell’Ottocento: non voleva sporcarlo.

Vede Signor Ministro, Ignazio è l’emblema della nutrita schiera di uomini, professionisti o  semplici appassionati, che hanno dentro di sé quella generosa incoscienza che ha permesso al  nostro immenso patrimonio storico-artistico di giungere ai giorni nostri, travalicando i secoli e le  calamità.  Eppure, il nobile spirito di questi uomini resta frustrato quando cerca il conforto dei soggetti  preposti alla salvaguardia ed alla conservazione di questo patrimonio: funzionari e addetti del Suo  Ministero.

Senza generalizzare, e fatte salve tutte le eccezioni, non può più essere taciuto né accettato  l’atteggiamento distratto, attendista e strumentalmente prudente di costoro, di fronte alle accorate  richieste di intervento che vengono dalle Istituzioni locali e dai cittadini tutti.  Forse non tutti lo sanno, ma Amatrice è la città delle cento chiese, del Principe Orsini e della  Famiglia Vitelli, di Cola Filotesio e Dionisio Cappelli, dei mille oggetti d’arte minore pubblici e  privati; per questo Amatrice meriterebbe più rispetto: per la tragedia che ha subito e, soprattutto,  per i suoi quasi mille anni di storia.

Della spocchia, delle risposte evasive e scontate, dei “non so” e dei “non si può” Amatrice non ha  bisogno. Lo stesso dicasi di alcuni personaggi, impettiti ed immobili come il galletto che segna il  Nord sopra ai campanili, devoti più alla sacralità della procedura che alla sopravvivenza delle  opere d’arte.

I Beni da salvare sono centinaia e distribuiti su un territorio tanto vasto quanto fragile: dipinti,  statue, oggetti sacri, reliquie, campane, affreschi ed interi edifici, oltre alla terra ora temono il  cielo: la pioggia, la neve, il vento ed il gelo.  Per compiere un’opera di salvaguardia tanto importante quanto maestosa, c’è bisogno di passione, abnegazione e spirito di sacrificio; c’è bisogno di persone sensibili che di fronte alla bellezza,  spogliata della sua magnificenza, sappiano ancora abbandonarsi ad un sano stupore, anziché ad un  inutile sguardo di compassione.

C’è bisogno di tanti Ignazio, pronti a tirarsi su le maniche ed agire. Subito! Lasciate spazio ai tanti  volenterosi che hanno sinceramente a cuore le sorti del patrimonio storico-artistico della conca  Amatriciana; avvaletevi della loro collaborazione, “approfittatene”. Affiancate loro personale  qualificato e dinamico: resterete sorpresi della partecipazione e soddisfatti dei risultati.  Sappia che qualsiasi iniziativa Ella intenda adottare per agevolare una celere messa in sicurezza  delle opere d’arte e dei monumenti ancora esposti a gravi rischi, troverà convinta collaborazione.  Sappia però che non sarà più accettata alcuna forma di inerzia: non resteremo a guardare mentre i  nostri simboli cadono uno ad uno.

Certi del Suo tempestivo interessamento Le inviamo distinti saluti.

Amatrice, 20/01/2017

Comitato Civico 3 e 36

Fondi per il sussidio al reddito dei cittadini

Al Comune di Amatrice è stato concesso un contributo straordinario di euro 950.000,00 per la copertura delle spese necessarie alla realizzazione di utili e tempestivi interventi per fronteggiare la grave situazione emergenziale conseguente al sisma .

Si tratta di fondi stanziati dalla Regione Lazio e destinati al sostegno del reddito dei cittadini che, a causa del sisma del 24 Agosto, hanno sospeso o ridotto l’attività lavorativa.

Il Comune di Amatrice nell’ultimo Consiglio Comunale, con delibera n. 1009 del 7/12/2016 ha revocato la delibera precedente che vedeva una disomogeneità di trattamento tra diverse categorie di lavoratori.

A seguito di indicazioni della Regione Lazio e della commissione nominata con Determina del Segretario Comunale n.204 del 27/11/2016 che rappresentavano criticità sul Regolamento approvato è stato approvando un nuovo regolamento che prevede un contributo sotto forma di assegno mensile fisso (massimo 8 mensilità), per quanti hanno sospeso la propria attività a causa del sisma e intendano comunque riattivarla;

 

Di seguito link alle sezioni dedicate del Comune di Amatrice per prendere visione dell’avviso, scaricare i documenti e presentare domanda:

Per chi ha sospeso l’attività lavorativa o ha perso il posto di lavoro 

Per chi ha visto ridotto il proprio volume di affari

 

ATTENZIONE! Le domande devono essere presentate entro e non oltre le ore 12.00 del 20/12/2016.

Restiamo in attesa di informazioni per quanto riguarda l’importo assegnato ad ogni beneficiario.

Domande e risposte della Protezione Civile

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TERREMOTO CENTRO ITALIA

Domande e risposte aggiornate al 19 novembre 2016

Questo documento raccoglie le risposte alle domande più frequenti dei cittadini sull’emergenza Terremoto Centro Italia. Si tratta di quesiti arrivati al Contact Center del Dipartimento della Protezione Civile, anche attraverso il numero verde 800 840 840, o raccolti sul territorio. Il documento è aggiornato periodicamente e riporta la data di ultima revisione. In particolare è possibile trovare risposte sui seguenti temi:[/vc_column_text][vc_tta_accordion][vc_tta_section title=”CONTRIBUTO DI AUTONOMA SISTEMAZIONE” tab_id=”1479756459414-1b160518-9710″][vc_column_text]

Che cos’è il Contributo di autonoma sistemazione?

Il Contributo di autonoma sistemazione è una misura destinata alle famiglie e al singolo cittadino la cui abitazione è stata distrutta in tutto o in parte, oppure è stata sgomberata in seguito ai terremoti che hanno colpito l’Italia centrale.

A quanto ammonta il Contributo di autonoma sistemazione?

Dal 15 novembre 2016 (data di entrata in vigore dell’ordinanza 408), il contributo può raggiungere un massimo di 900 euro mensili. I nuclei familiari composti da una sola unità percepiscono 400 euro, quelli composti da due unità 500 euro, 700 euro quelli composti da tre unità, 800 euro quelli composti da quattro unità e 900 euro quelli composti da cinque o più unità. È possibile disporre di ulteriori 200 euro mensili, anche in aggiunta al limite massimo, se in famiglia ci sono persone con più di 65 anni e/o portatori di handicap e/o diversamente abili con invalidità non inferiore al 67%.

Chi può far richiesta del Contributo di autonoma sistemazione?

Possono far richiesta del contributo i nuclei familiari che abbiano provveduto autonomamente a trovare un alloggio alternativo senza carattere di stabilità, compresi gli affittuari di immobili e chi usufruiva di alloggi in strutture pubbliche o private che siano stati sgomberati in seguito al terremoto, o siano stati distrutti in tutto o in parte dal sisma. È considerato come nucleo familiare anche lo stato di convivenza. Appartengono al nucleo familiare anche le persone inserite nello stesso che offrono assistenza domiciliare a minori, infermi, disabili, soggetti non autosufficienti. Possono fruire del Cas anche gli studenti iscritti agli anni accademici 2015/2016 e 2016/2017 presso Istituti universitari ed Istituti superiori di grado universitario che rilasciano titoli di studio aventi valore legale con sede nei comuni interessati dagli eventi sismici.

Come si fa richiesta del Contributo di autonoma sistemazione?

I soggetti interessati al contributo, in rappresentanza del proprio nucleo familiare, devono presentare al proprio Comune di residenza un’istanza in forma di autocertificazione. La domanda dovrà essere inviata usando il modulo allegato e in questa dovrà essere indicato:

– la composizione del nucleo familiare;

– l’indirizzo dell’abitazione nella quale alla data del terremoto o del 24 agosto, o del 26 ottobre o del 30 ottobre, lo stesso risiedeva stabilmente;

– se l’abitazione sia stata sgomberata o distrutta in tutto o in parte;

– se il nucleo familiare include persone con più di 65 anni, portatori di handicap, diversamente abili con invalidità non inferiore al 67%;

– qualunque titolo in grado di legittimare l’uso dell’abitazione;

– la titolarità delle utenze di luce, gas, telefonia fissa o mobile;

– la titolarità di un contratto di locazione registrato se si è affittuari di immobili.

Per quanto tempo posso usufruire del Cas?

Il cittadino può usufruire del Cas a partire dalla data indicata nel provvedimento di sgombero dell’immobile, fino al rientro nell’abitazione – quando possibile – o se lo Stato ha provveduto ad altra sistemazione, con carattere di stabilità. Attualmente il Cas è disciplinato con ordinanze di protezione civile, che hanno effetto fino alla scadenza dello stato di emergenza,180 giorni con eventuale proroga di ulteriori 180 giorni. Le disposizioni legislative che riguarderanno la fase di ricostruzione stabiliranno l’ulteriore proseguimento del Cas.

Sono un cittadino che ha cominciato a beneficiare del Cas prima del 15 novembre 2016 (data di entrata in vigore dell’ordinanza 408). Cosa cambia per me?

Il tuo contributo, dopo il 15 novembre, verrà rideterminato dal tuo Comune secondo le nuove disposizioni dell’ordinanza 408 che ne aumenta il tetto massimo da 600 a 900 euro mensili.

Sono residente in una delle zone colpite dai terremoti del 24 agosto, del 26 e del 30 ottobre. Ho diritto al Cas, anche se non sono sposato ma convivente?

Sì. Lo stato di convivente è equiparato al vincolo familiare.

Sono un cittadino di una delle località colpite dai terremoti del 24 agosto, del 26 e del 30 ottobre che ha sostenuto spese (anche ingenti) per alloggiare presso strutture alberghiere o per affittare un’abitazione. Posso ottenere il rimborso di queste spese?

No, ma se la tua abitazione è stata oggetto di sgombero, o è stata distrutta totalmente o in parte, puoi accedere al Contributo di autonoma sistemazione.

Chi è usufruttuario o affittuario residente può usufruire del Cas e dell’albergo?

Sì. Gli affittuari di immobili e coloro che usufruivano di alloggi in strutture pubbliche o private che siano stati sgomberati in seguito al terremoto, o siano stati distrutti in tutto o in parte dal sisma, hanno diritto al Contributo di autonoma sistemazione solo se non sono stati alloggiati presso strutture alberghiere convenzionate con pubbliche amministrazioni.

Il mio nucleo familiare è composto solo dalla mia persona. Ho diritto al Cas?

Sì, hai diritto al Contributo di autonoma sistemazione.

Per poter usufruire del Cas, chi verifica se il mio nucleo familiare risiedeva stabilmente e in modo continuativo sul territorio colpito dal terremoto? E secondo quale procedura?

I Sindaci hanno il compito di controllare la veridicità delle autocertificazioni presentate dai cittadini e finalizzate all’erogazione del Contributo di autonoma sistemazione. Gli accertamenti sono ripetuti con cadenza periodica finalizzati alla verifica del permanere dei requisiti necessari per la concessione del Cas.

Sono titolare di un’azienda agricola e ho l’esigenza di rimanere vicino alla mia attività. La mia famiglia ha diritto a ricevere il Contributo di autonoma sistemazione?

Sì, può richiederlo.

La somma aggiuntiva di 200 euro prevista per il portatore di handicap è cumulabile con ulteriori 200 euro nel caso la persona sia ultrasessantacinquenne?

Sì, è ammesso il cumulo dei contributi.

Hanno diritto al Cas o alla Sae le persone che dimoravano abitualmente in una casa andata distrutta o inagibile a causa dai terremoti del 24 agosto, del 26 e del 30 ottobre pur non avendo residenza nella stessa?

Sì, ma in questo caso la persona che fa richiesta di Cas e Sae deve dimostrare che alla data dei terremoti o del 24 agosto, o del 26 o del 30 ottobre abitava stabilmente in un edificio inagibile, distrutto a causa del terremoto o in zona rossa. A tale scopo il cittadino deve presentare adeguata documentazione (es. contratto di lavoro, contratto di affitto, intestazione di utenze).

Il mio coniuge, a differenza mia, non risiede in uno dei comuni colpiti dal terremoto. Ha comunque diritto di scegliere tra Cas e sistemazione in strutture alberghiere?

Sì, anche se il coniuge non risiede in uno dei comuni colpiti dal terremoto ha diritto di scegliere tra queste due opzioni.

Il residente in una casa di riposo può richiedere il Cas se la struttura in cui era ospitato è inagibile?

Sì. Le persone che prima del terremoto erano ospitate in una casa di riposo non più agibile hanno diritto al Cas o a una sistemazione alloggiativa alternativa. Tuttavia nel caso si faccia richiesta per Cas decade il diritto alle altre misure assistenziali (es. accoglienza in altre strutture di riposo).[/vc_column_text][/vc_tta_section][vc_tta_section title=”SOPRALLUOGHI E VERIFICHE DI AGIBILITÀ” tab_id=”1479756459456-5164d071-3155″][vc_column_text]

A chi devo richiedere la verifica della mia casa?

Devi fare richiesta al tuo Comune o al Centro operativo comunale compilando il modulo allegato alle “Indicazioni operative per il censimento danni”, pubblicate sul sito del Dipartimento della Protezione Civile. Il modulo da compilare per le abitazioni private è il Modello IPP “Istanza di sopralluogo per edifici/opere pubbliche, privati”.

Cosa accade dopo la mia richiesta di verifica?

Dato che il quadro dei danni al patrimonio edilizio si è ulteriormente ampliato dopo le scosse del 26 e del 30 ottobre, per velocizzare l’analisi speditiva delle agibilità sugli edifici privati è stata prevista (con l’ordinanza 405/2016) una nuova procedura, su richiesta del Comune, non sostitutiva della procedura di sopralluogo con Scheda Aedes, con scheda Fast (Fabbricati per l’agibilità sintetica post-terremoto). La ricognizione è finalizzata a selezionare in breve tempo gli edifici agibili rispetto a quelli non utilizzabili immediatamente, anche allo scopo di individuare l’esatto fabbisogno di soluzioni abitative a breve termine.

Che cos’è la scheda Aedes?

La scheda Aedes (Agibilità e danno nell’emergenza sismica) – utilizzata a partire dal terremoto umbro-marchigiano del 1997 e in tutti gli eventi sismici successivi – è un scheda per il rilevamento speditivo dei danni, la definizione di provvedimenti di pronto intervento e la valutazione dell’agibilità post-sismica di edifici con tipologia strutturale ordinaria (in muratura, in cemento armato o acciaio intelaiato o a setti) dell’edilizia per abitazioni e/o servizi. Questa scheda non può essere applicata a edifici industriali (quali ad esempio i capannoni prefabbricati, per i quali si una scheda dedicata), monumentali (in particolare le chiese, per le quali esiste un altro tipo di scheda), o altri manufatti (come, ad esempio, i serbatoi), né a ponti e altre opere infrastrutturali.

Una volta presentata domanda, chi svolge la verifica?

La verifica sulla base della scheda Aedes (Agibilità e danno nell’emergenza sismica) è a cura di tecnici in possesso dei requisiti previsti per la redazione della stessa scheda o esperti. Questi tecnici devono essere stati formati in uno dei corsi sulla “Valutazione di agibilità e rilievo del danno”, organizzati secondo lo standard condiviso col Dipartimento della Protezione Civile. Solo per i dipendenti pubblici o per il personale dei centri di competenza – che non abbiano seguito i corsi – è possibile la partecipazione in qualità di esperto avendo già partecipato a precedenti campagne di sopralluogo con schede Aedes a partire dal 1997. Invece, i sopralluoghi Fast vengono effettuati da tecnici mobilitati attraverso i Consigli Nazionali o le Amministrazioni di afferenza, accreditati dalla Dicomac. Questi tecnici non devono possedere requisito di idoneità Aedes. I tecnici abilitati Aedes, invece, possono partecipare ai sopralluoghi Fast.

Sono un professionista e vorrei far parte delle squadre di tecnici che stanno svolgendo le verifiche di agibilità. Quali requisiti bisogna avere?

Come stabilito dalla circolare emessa dal coordinatore della Dicomac il 3 settembre 2016, trattandosi di un’emergenza a carattere nazionale, i tecnici accreditabili per l’esecuzione dei sopralluoghi di agibilità sono esclusivamente quelli in possesso di questi specifici requisiti di idoneità:

a) idoneità conseguita in un corso abilitante a partire dal 1° aprile 2010;

b) idoneità conseguita in un corso abilitante tra il 1° giugno 2000 ed il 31 marzo 2010, più relativo aggiornamento;

c) qualificazione quale esperto (solo per i dipendenti pubblici o personale in organico alla struttura dei centri di competenza), nei termini di seguito specificati: partecipazione certificata a campagne di rilievo del danno ed agibilità effettuate a partire dal 1997 per almeno tre differenti eventi, con un numero minimo complessivo di 15 giornate effettive di attività di sopralluogo, oppure per un singolo evento con almeno 30 giornate effettive di sopralluogo.

Si precisa che i corsi di cui ai punti a) e b) sono esclusivamente quelli organizzati sullo standard formativo definito negli Accordi di collaborazione in essere tra i Consigli Nazionali dei professionisti ed il Dipartimento della protezione civile. Se lei è in possesso di uno dei citati requisiti, la invitiamo a presentare la candidatura al suo Ordine/Collegio di appartenenza che, per il tramite del Consiglio Nazionale di riferimento, organizzerà turnazioni settimanali a supporto delle attività della funzione censimento danni ed agibilità della Dicomac.

Sono un professionista e vorrei far parte delle squadre di tecnici che stanno svolgendo le verifiche di agibilità Fast. Quali requisiti bisogna avere?

La ricognizione può essere svolta da tecnici dipendenti di Pa o professionisti già abilitati per lo svolgimento delle attività di verifica con scheda Aedes, mobilitati per il tramite dei Consigli Nazionali e accreditati dalla Dicomac. In seguito a una formazione speditiva sulla Fast – coordinata dalla Dicomac in raccordo con le Regioni – la ricognizione può essere svolta anche da tecnici professionisti che si offrono come volontari (se abilitati all’esercizio della professione con competenze tecnico-strutturali nell’ambito dell’edilizia e iscritti a un ordine/collegio professionale) e da tecnici dipendenti che, nella pubblica amministrazione di appartenenza, si occupano di edilizia, opere e lavori pubblici.

La procedura di verifica di agibilità Fast sostituisce la procedura Aedes?

La procedura con scheda Fast non è sostitutiva, ai fini della ricostruzione, della procedura con scheda Aedes (che resta in vigore), per quanto attiene l’approfondimento degli edifici valutati non utilizzabili.

A che cosa corrispondono le lettere A, B, C, D, E e F con cui è sintetizzato l’esito di agibilità?

Di seguito riportiamo il significato delle sigle:

A Edificio agibile –  La funzionalità dell’edificio non risulta alterata a causa di eventuali danni causati dal terremoto

B Edificio temporaneamente inagibile (in tutto o in parte) ma agibile con provvedimenti di pronto intervento – L’edificio è in tutto o in parte temporaneamente inagibile, ma è sufficiente eseguire interventi di pronto intervento e di rapida realizzazione per ripristinare l’agibilità e poterlo utilizzare in tutte le sue parti, senza pericolo per i residenti

C Edificio parzialmente inagibile – L’edificio presenta porzioni che sono agibili ed altre zone che sono inagibili. È il Comune che specifica con Ordinanza sindacale le parti inagibili

D Edificio temporaneamente inagibile da rivedere con approfondimento – Si tratta di situazioni che presentano particolari peculiarità e che richiedono professionalità specialistiche. Si prevede quindi la ripetizione del sopralluogo da parte di una squadra adeguatamente formata. Fino a quel momento l’edificio è dichiarato temporaneamente inagibile

E Edificio inagibile – Nel caso di esito E l’edificio non può essere utilizzato in alcuna delle sue parti. Un edificio può essere inagibile di tipo E per motivazioni legate alla struttura portante, agli elementi non strutturali e alle fondazioni

F Edificio inagibile per rischio esterno – L’edificio è inagibile per rischio esterno, dovuto al contesto circostante, anche senza danni consistenti all’edificio. L’esito F è assegnato in aggiunta all’esito proprio dell’edificio che può variare da A ad E. Ad esempio, la sigla A+F corrisponde ad edifici agibili per condizioni intrinseche ma inagibili per rischio esterno A queste sigle si aggiunge la sigla A+F a cui corrisponde: Edifici agibili per condizioni intrinseche ma inagibili per rischio esterno.

La mia abitazione era stata dichiarata totalmente inagibile (esito E della scheda Aedes) a seguito del terremoto antecedente a quello che ha colpito il Centro Italia dopo il 26 e il 30 di ottobre e non ho fatto interventi di ripristino. Posso richiedere a seguito di questo terremoto una nuova verifica di agibilità?

No. Se non stati eseguiti interventi di ripristino a seguito della prima dichiarazione di inagibilità, ora non è possibile richiedere un nuovo sopralluogo e pertanto è da considerarsi valido il giudizio già dato a suo tempo. L’opportunità di eseguire una nuova verifica di agibilità sarà valutata dal Centro operativo comunale d’intesa con il Centro di coordinamento regionale.

Per gli edifici già ispezionati con procedura di verifica di agibilità tramite scheda Aedes è possibile procedere verifica tramite scheda Fast?

Dato che l’utilizzo della procedura Fast è finalizzata a selezionare in breve tempo gli edifici agibili rispetto a quelli non utilizzabili subito, non possono essere oggetto di sopralluogo Fast tutti gli edifici già ispezionati e dichiarati inagibili (B, C, D, E, qualunque esito Aedes con F). Se il rischio esterno sull’immobile è stato rimosso con interventi successivi ed un provvedimento ufficiale del sindaco ha disposto la rimozione della dichiarazioni di inagibilità, allora l’edificio riclassificato A può essere assoggettato a nuova verifica anche attraverso procedura Fast.

A chi devo rivolgermi per avere la scansione della scheda Aedes per poter presentare domanda per i contributi per la ricostruzione?

La Funzione censimento danni e agibilità della Dicomac-Direzione di comando e controllo di Rieti è al lavoro per scansionare e informatizzare tutte le schede Aedes compilate dalle squadre di tecnici, dando la priorità ai Comuni maggiormente colpiti dal terremoto. A tutti i Comuni, secondo tale priorità, la Funzione censimento danni e agibilità rilascia progressivamente le schede scansionate, informatizzate e indicizzate in cd. È compito dei Comuni valutare tempistica e modalità per rendere disponibili le schede ai cittadini.

Sono il sindaco di un comune fortemente colpito dal terremoto. Posso richiedere una verifica con procedura Fast su un’intera zona della mia città?

Sì, è possibile richiedere verifiche a tappeto su tutti i fabbricati ubicati in aree perimetrate indicate dai Sindaci stessi. Questa procedura non è attivabile per le aree più distrutte interessate da un danneggiamento quasi totale, perimetrate con ordinanza sindacale, nelle quali è da ritenersi che gli edifici presenti siano tutti comunque non utilizzabili.

Sono un tecnico e ho fatto parte di una squadra che ha eseguito sopralluoghi di agibilità sugli edifici danneggiati dal sisma. A chi mi posso rivolgere per ottenere il rimborso delle spese?

Può inviare il rendiconto delle spese sostenute al suo Consiglio Nazionale di afferenza. Il Dipartimento provvederà, infatti, al rimborso delle spese documentate attraverso i diversi Consigli Nazionali. Si ricorda che, secondo quanto disposto dall’art. 3 dell’ordinanza del Capo Dipartimento n. 392 del 6 settembre 2016, le spese ammissibili di vitto, alloggio e viaggio sono quelle previste nell’allegato A del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2014.[/vc_column_text][/vc_tta_section][vc_tta_section title=”SERVIZI AL CITTADINO” tab_id=”1479757648256-a80c2910-3e05″][vc_column_text]

I beni smarriti durante il terremoto possono essere recuperati?

I Vigili del Fuoco hanno istituito postazioni mobili, nei territori colpiti dal terremoto, di riferimento per le persone che devono recuperare effetti personali all’interno di abitazioni e locali. Per recuperare i propri beni bisogna quindi contattare le Ucl-Unità comando locale dei Vigili del Fuoco che si trovano sul posto.

La mia casa è danneggiata e, dalla notte del terremoto, non ho potuto farvi ritorno. Come faccio a prendere alcuni beni?

I Vigili del Fuoco hanno istituito postazioni mobili, nei territori colpiti dal terremoto, di riferimento per le persone che devono recuperare effetti personali all’interno di abitazioni e locali. Per recuperare i propri beni bisogna quindi contattare le Ucl-Unità comando locale dei Vigili del Fuoco che si trovano sul posto.

Sono un pensionato e mi trovo in un’area di accoglienza in seguito al terremoto. Come faccio a riscuotere l’assegno mensile?

I pensionati residenti nelle aree interessate dal sisma possono riscuotere le somme in qualsiasi ufficio postale attivo sul territorio nazionale. In particolare, Poste Italiane ha attivato uffici postali mobili nelle aree maggiormente colpite, nelle città di Visso, Pieve Torina, Ussita, Pieve Bogliana, Mergnano e Monte Cavallo. Se risiedi in una zona colpita dal terremoto puoi ritirare l’assegno mensile della pensione negli uffici postali mobili messi a disposizione da Poste Italiane ad Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto, Norcia e Visso. Gli uffici mobili, allestiti all’interno di furgoni bianchi con il logo di Poste Italiane, si trovano nelle aree di accoglienza. Per ritirare la pensione è sufficiente presentare un documento di identità valido o un documento sostitutivo rilasciato dagli uffici anagrafici attivati nei comuni colpiti dal terremoto. Non è invece obbligatorio presentare il certificato di pensione e la lettera di avviso. Puoi ritirare la pensione anche in un qualsiasi ufficio postale del territorio nazionale.

Sono un cittadino residente nelle zone colpite dal sisma e attualmente percepisco l’assegno di disoccupazione. Dove posso riscuotere l’indennità?

Tutte le persone residenti nelle aree colpite dal sisma che percepiscono un’indennità di disoccupazione, possono riscuotere le somme in qualsiasi ufficio postale attivo sul territorio nazionale. In particolare, Poste Italiane ha attivato uffici postali mobili nelle aree maggiormente colpite, nelle città di Visso, Pieve Torina, Ussita, Pieve Bogliana, Mergnano e Monte Cavallo.

Sono residente nelle aree colpite dal sisma, e mi sono trasferito per motivi legati al terremoto. Come posso continuare a ricevere la mia corrispondenza?

Attraverso l’attivazione del servizio “seguimi” di Poste Italiane che prevede la consegna della corrispondenza presso il nuovo domicilio, anche se il cittadino è temporaneamente trasferito. Per richiedere l’attivazione del servizio è sufficiente chiamare il numero verde gratuito di Poste Italiane 803.160

Sono un albergatore. Vorrei mettere a disposizione la mia struttura ricettiva alle famiglie che si sono dovute allontanare dalla propria abitazione a seguito del sisma. Come posso procedere?

Deve aderire a una manifestazione di interesse della Regione in cui si trova la sua struttura. Può quindi rivolgersi:

Per la Regione Abruzzo: sisma2016@regione.abruzzo.it

Per la Regione Lazio: segreteriacentraleacquisti@regione.lazio.it

Per la Regione Umbria: prociv@regione.umbria.it

Per la Regione Marche: alloggiamenti.dicomac@protezionecivile.it

Sono un gestore di un albergo che già ospita alcune famiglie. Sono disponibile a dare alloggio a persone che provengono anche da altri Comuni. Cosa posso fare?

Può inviare una mail all’indirizzo alloggiamenti.dicomac@protezionecivile.it

Sono un cittadino che a seguito del terremoto alloggia in una struttura alberghiera. La struttura non è adeguata alle mie necessità o a quelle dei miei familiari. Posso chiedere di essere trasferito?

Se si trova in un albergo lungo la costa marchigiana può recarsi al Centro di accoglienza a Porto Sant’Elpidio (presso il Centro turistico Holiday) e compilare il modulo per la richiesta di spostamento di alloggio. Se invece si trova in un’altra zona puoi rivolgersi al suo Coc-Centro operativo comunale di riferimento (quello attivo nel suo Comune) che si coordinerà con il Centro di accoglienza a Porto Sant’Elpidio.

Sono un cittadino di un Comune colpito dal terremoto, ma ora sono alloggiato in un Comune diverso. Potrò votare per il referendum del 4 dicembre?

Gli elettori che risiedono nei Comuni individuati dal decreto 189/2016 e in quelli che saranno individuati dal Commissario straordinario, temporaneamente alloggiati in Comuni diversi da quelli di residenza, possono votare nel Comune in cui alloggiano. Gli elettori, entro 5 cinque giorni dal voto, possono far pervenire al Comune domanda di temporanea dimora, chiedendo di esercitare il diritto di voto e autodichiarando di essere temporaneamente alloggiati in Comuni diversi da quelli di residenza a causa del sisma. Alla domanda va allegata copia del documento d’identità, copia della tessera elettorale personale o dichiarazione di suo smarrimento. Il Comune di dimora consegna, quindi, a ogni elettore un’attestazione di ammissione al voto nella quale è indicata la sezione elettorale di assegnazione. Gli elettori votano in quella sezione presentando il documento d’identità e l’attestazione di ammissione al voto.

Sono un cittadino di un Comune colpito dal terremoto e non ho lasciato il mio Comune. Vorrei votare per il referendum del 4 dicembre ma il Comune non è in grado di costituire i seggi elettorali. Dove voterò? E se ho smarrito la tessera elettorale come procedo?

Coloro che sono rimasti in comuni che non sono in grado di assicurare la costituzione dei seggi, potranno votare in uno o più Comuni vicini. Quindi potrai rivolgerti al tuo Comune di residenza che provvederà a indicarti il Comune in cui poter esercitare il diritto di voto. Nel caso in cui tu abbia smarrito la tessera, ricordati di dichiararlo al tuo Comune di residenza.

Sono un volontario di protezione civile. Il 4 dicembre sarò impegnato con la mia organizzazione in attività nelle zone colpite dal sisma. Potrò votare un uno dei Comuni delle zone terremotate?

No, non è possibile. Solo gli elettori che risiedono nei Comuni individuati dal decreto 189/2016 e in quelli che saranno individuati dal Commissario straordinario, temporaneamente alloggiati in Comuni diversi da quelli di residenza, possono votare nel Comune in cui alloggiano.

Sono fuori casa dalla notte del terremoto del 24 agosto. Come faccio a sospendere le utenze?

Dal 24 agosto è automaticamente sospesa la fatturazione e il pagamento delle bollette di luce, gas e acqua nelle zone colpite dal terremoto nell’Italia centrale. La misura – adottata il 25 agosto 2016 con un provvedimento di urgenza dell’’Autorità per l’energia – riguarda tutte le utenze nei Comuni dell’area epicentrale. Potrebbero seguire ulteriori provvedimenti con la disposizione di agevolazioni tariffarie (Delibera 474/2016/R/com approvata nel Consiglio del 25 agosto 2016).

Sono fuori casa dalla notte dei terremoti di fine ottobre. Come faccio a sospendere le utenze?

L’Autorità per l’energia ha approvato un provvedimento di urgenza che sospende il pagamento delle bollette di luce, gas e acqua, emesse o da emettere a partire dal 26 ottobre, per la popolazione delle zone colpite dalle nuove scosse di terremoto nell’Italia centrale. La decisione, simile a quella adottata dopo il terremoto del 24 agosto, riguarda le forniture di energia elettrica, gas (compresi il Gpl e altri gas distribuiti con reti canalizzate) e le fatture del servizio idrico integrato per le utenze situate nei Comuni danneggiati dal terremoto. La misura verrà applicata dalla data di emanazione da parte delle autorità dei provvedimenti che identificheranno i Comuni danneggiati dagli eventi sismici del 26 ottobre 2016 e successivi, e dei provvedimenti straordinari che verranno adottati dal Governo a sostegno delle popolazioni interessate dal terremoto.[/vc_column_text][/vc_tta_section][vc_tta_section title=”DONAZIONI” tab_id=”1479758196036-69f394ef-897e”][vc_column_text]

Faccio parte di una associazione che organizza iniziative per bambini e ho pensato che sarebbe una bella idea portare la nostra attività nelle aree di accoglienza. A chi devo rivolgermi?

Il Dipartimento della Protezione Civile non gestisce questo tipo di iniziative la cui valutazione è affidata direttamente alle Regioni interessate. Puoi contattarle tramite e-mail a questi indirizzi: sismarieti@regione.lazio.it per il Lazio e prot.civ@regione.marche.it per le Marche, o alla regione Umbria all’indirizzo prociv@regione.umbria.it. Ti consigliamo di dettagliare bene l’iniziativa, ad esempio indicando se è un’attività a carattere gratuito o meno, il periodo di riferimento, l’area in cui si intende operare ed eventuali contatti.

Sono un direttore scolastico. Vorrei promuovere un’iniziativa a favore degli studenti colpiti dal terremoto (gemellaggi con altre scuole, ospitalità di studenti, progetti educativi, etc.) o fare una donazione di materiale didattico. A chi mi posso rivolgere?

Può inviare la sua proposta all’indirizzo ripartiamodallascuola@istruzione.it, indirizzo email aperto dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per raccogliere le offerte d’aiuto da parte di scuole e insegnanti, così da poter organizzare al meglio le attività di sostegno. La Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione farà da raccordo tra tutte le proposte pervenute con le esigenze degli istituti colpiti dal sisma.

Vorrei mettere a disposizione della popolazione un appartamento situato in un Comune vicino alle zone colpite. A chi mi posso rivolgere?

Il Dipartimento della Protezione Civile non ha attivato raccolte di alloggi da destinare ai territori colpiti dal terremoto. Può inviare la sua offerta alla Regione Lazio, all’indirizzo email sismarieti@regione.lazio.it, o alla Regione Marche, all’indirizzo email prot.civ@regione.marche.it, o alla regione Umbria all’indirizzo prociv@regione.umbria.it. Qualora la sua offerta risponda alle attuali esigenze dei territori colpiti, sarà ricontattato dalle Regioni Marche e Lazio.

Ho raccolto vestiti e altri generi di prima necessità e mi piacerebbe donarli a chi si trova in una struttura di accoglienza per il terremoto. Come devo fare?

Grazie per il suo impegno e la sua disponibilità. Il Dipartimento della Protezione Civile, d’intesa con le Regioni, i Comuni e con le Organizzazioni di volontariato, ha chiesto uno stop alle donazioni. La generosità dimostrata sinora ha permesso, infatti, di raccogliere grandissime quantità di vestiti, giocattoli, cibo e, in genere, beni di prima necessità. Al contempo l’arrivo continuo di materiali impegna molti operatori, tra cui volontari, nelle attività di verifica e smistamento di tutte queste offerte, che spesso non incontrano le specifiche esigenze della popolazione colpita. La ringraziamo quindi per la sua generosità ma la sua offerta non risponde alle attuali esigenze del territorio.

Sono il titolare di un’azienda e vorrei donare mezzi utili alle operazioni nei territori colpiti dal terremoto. A chi mi posso rivolgere?

Il Dipartimento della Protezione Civile non ha attivato raccolte di mezzi da destinare ai territori colpiti dal terremoto. Può comunque inviare la sua offerta alla Regione Lazio, all’indirizzo email sismarieti@regione.lazio.it o alla Regione Marche, all’indirizzo email prot.civ@regione.marche.it o alla regione Umbria all’indirizzo prociv@regione.umbria.it. Qualora la sua offerta di mezzi risponda alle attuali esigenze dei territori colpiti sarà ricontattato dalle Regioni Marche e Lazio.

Sono un professionista e vorrei far parte delle squadre di tecnici che stanno svolgendo le verifiche di agibilità. Quali requisiti bisogna avere?

Come stabilito dalla circolare emessa dal coordinatore della Dicomac il 3 settembre 2016, trattandosi di un’emergenza a carattere nazionale, i tecnici accreditabili per l’esecuzione dei sopralluoghi di agibilità sono esclusivamente quelli in possesso di questi specifici requisiti di idoneità:

a) idoneità conseguita in un corso abilitante a partire dal 1° aprile 2010;

b) idoneità conseguita in un corso abilitante tra il 1° giugno 2000 ed il 31 marzo 2010, più relativo aggiornamento;

c) qualificazione quale esperto (solo per i dipendenti pubblici o personale in organico alla struttura dei centri di competenza), nei termini di seguito specificati: partecipazione certificata a campagne di rilievo del danno ed agibilità effettuate a partire dal 1997 per almeno tre differenti eventi, con un numero minimo complessivo di 15 giornate effettive di attività di sopralluogo, oppure per un singolo evento con almeno 30 giornate effettive di sopralluogo. Si precisa che i corsi di cui ai punti a) e b) sono esclusivamente quelli organizzati sullo standard formativo definito negli Accordi di collaborazione in essere tra i Consigli Nazionali dei professionisti ed il Dipartimento della protezione civile. Se lei è in possesso di uno dei citati requisiti, la invitiamo a presentare la candidatura al suo Ordine/Collegio di appartenenza che, per il tramite del Consiglio Nazionale di riferimento, organizzerà turnazioni settimanali a supporto delle attività della funzione censimento danni ed agibilità della Dicomac.

Sono un professionista e vorrei far parte delle squadre di tecnici che stanno svolgendo le verifiche di agibilità Fast. Quali requisiti bisogna avere?

La ricognizione può essere svolta da tecnici dipendenti di Pa o professionisti già abilitati per lo svolgimento delle attività di verifica con scheda Aedes, mobilitati per il tramite dei Consigli Nazionali e accreditati dalla Dicomac. In seguito a una formazione speditiva sulla Fast – coordinata dalla Dicomac in raccordo con le Regioni – la ricognizione può essere svolta anche da tecnici professionisti che si offrono come volontari (se abilitati all’esercizio della professione con competenze tecnico-strutturali nell’ambito dell’edilizia e iscritti a un ordine/collegio professionale) e da tecnici dipendenti che, nella pubblica amministrazione di appartenenza, si occupano di edilizia, opere e lavori pubblici.

Vorrei fare una donazione in denaro al Dipartimento della Protezione Civile a favore della popolazione colpita dal terremoto.

Il Dipartimento della Protezione Civile ha provveduto all’apertura di un conto corrente sul quale far affluire donazioni in denaro, da parte cittadini italiani e stranieri interessati a contribuire ad alleviare le sofferenze della popolazione colpita dal terremoto.

È possibile utilizzare questo conto corrente per le donazioni:

Banca: Monte dei Paschi di Siena – Filiale di Roma Via del Corso 232

Iban: IT 44 P 01030 03200 000006366341

Beneficiario: PRES.CONS.MINISTRI DIP.PROT.CIVILE – VIA ULPIANO 11 – 00193 – ROMA RM

Causale: “Emergenza Terremoto Centro Italia”

Per i bonifici dall’estero va riportato il seguente codice BIC/SWIFT: PASCITMMROM

Devo organizzare un evento importante e mi piacerebbe raccogliere fondi per le popolazioni dei territori colpiti dal terremoto. Il Dipartimento può sponsorizzare la mia iniziativa?

Il Dipartimento non avvia collaborazioni specifiche con enti e organizzazioni per le raccolta fondi, ma è grato a chi è solidale con i territori colpiti dal sisma anche con donazioni in denaro. Se vuole fare una donazione, il Dipartimento della Protezione Civile ha aperto un conto corrente bancario per raccogliere donazioni in favore delle popolazioni colpite dal terremoto.

Vorrei partire come volontario per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto. A chi mi rivolgo?

Ti ringraziamo per la Tua offerta d’aiuto, ma ti ricordiamo che per contribuire agli interventi nelle zone colpite da disastri, è necessario far parte di un’organizzazione di volontariato già addestrata all’intervento. In questi casi, infatti, il contributo dei singoli non facilita le azioni di soccorso. Se fai già parte di un’organizzazione, rivolgiti al tuo referente per indicazioni. Se, invece, in occasione di questo evento hai pensato per la prima volta di offrire il tuo aiuto, ti invitiamo a consultare l’elenco delle organizzazioni di volontariato di protezione civile iscritte nell’elenco centrale o in quello territoriale della tua regione sul nostro sito, oppure a prendere contatto con un’organizzazione iscritta nell’elenco della Tua regione.

Sono un professionista iscritto a un albo/ordine professionale e vorrei realizzare un progetto nei territori colpiti dal terremoto. A chi lo posso sottoporre?

Deve rivolgersi al suo albo/ordine professionale che può decidere di presentare il progetto alle strutture che stanno gestendo l’emergenza (Dipartimento della Protezione Civile, Commissario per la Ricostruzione, Regione Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo e i Comuni interessati dall’emergenza).[/vc_column_text][/vc_tta_section][vc_tta_section title=” ACCOGLIENZA TEMPORANEA IN CONTAINER” tab_id=”1479758594001-e86b9683-7dc5″][vc_column_text]

Quali caratteristiche avranno i container delle aree di accoglienza?

In ogni campo base saranno resi disponibili moduli di servizio e moduli abitativi. I moduli di servizio comprendono container a uso igienico sanitario wc, container a uso igienico sanitario docce, container uso bagno per disabili, container a uso magazzino, container a uso ufficio, container corridoio e container a uso mensa e container a uso lavanderia. I moduli a uso abitativo avranno dimensioni di circa 6×2,5 metri e saranno dotati di arredi e biancheria.

A chi comunico la necessità di avere un container? Dove sorgeranno le aree di accoglienza in container?

Al tuo Comune. È compito dei Sindaci valutare l’effettiva esigenza della soluzione container, una volta verificata l’impossibilità di garantire a tutti i cittadini soluzioni alternative che consentano un migliore standard alloggiativo, e dare indicazioni sulle aree nelle quali realizzare questi campi al Dipartimento della Protezione Civile, che si occuperà dell’installazione dei moduli.

A chi sono destinati i container a uso abitativo?

I container ad uso abitativo sono destinati ai cittadini che hanno manifestato l’esigenza di non allontanarsi troppo dal proprio Comune di residenza. Considerate le temperature rigide stagionali, d’intesa con le amministrazioni locali, si è deciso di realizzare aree di accoglienza strutturate in container a uso abitativo, con una parte di uffici e zone di servizio.

Chi si vedrà assegnato il container a uso abitativo potrà avere anche la Soluzione abitativa in emergenza?

Sì. La soluzione abitativa in container è una soluzione temporanea oltre che fino al rientro nelle case dichiarate agibili o rese nuovamente agibili, anche fino all’assegnazione delle Sae-Soluzioni abitative in emergenza.[/vc_column_text][/vc_tta_section][vc_tta_section title=”SOLUZIONI ABITATIVE IN EMERGENZA” tab_id=”1479759274455-ff26f228-49a9″][vc_column_text]

Ai fini dell’assegnazione della Sae è possibile che una persona con casa agibile si ricongiunga a un proprio familiare che ha casa inagibile a seguito del terremoto?

No. Chi vive in una casa agibile non può ricongiungersi con un familiare che ha casa inagibile. Possono fare richiesta per una Sae solo le persone che vivevano in un edificio che ha avuto esito E (edificio inagibile) o F (edificio inagibile per rischio esterno), o che si trova in zona rossa.

Il residente in una casa di riposo può richiedere la Sae se la struttura in cui era ospitato è inagibile?

Sì. Le persone che prima del terremoto erano ospitate in una casa di riposo non più agibile possono fare richiesta per l’assegnazione di una Sae. Tuttavia nel caso si faccia richiesta per Cas decade il diritto alle altre misure assistenziali (es. accoglienza in altre strutture di riposo).

Nel caso in cui il nucleo familiare sia composto da due persone che non siano marito e moglie che tipologia di Sae gli spetta?

Nell’assegnazione delle Sae si valuterà caso per caso la situazione preesistente dei richiedenti. In particolare sono considerati appartenenti al nucleo familiare anche coloro che offrono assistenza domiciliare a persone non autosufficienti.[/vc_column_text][/vc_tta_section][vc_tta_section title=”ATTIVITÀ PRODUTTIVE” tab_id=”1479759276032-c852627a-15bb”][vc_column_text]

Sono un’impresa agricola/zootecnica che ha subito danni con il terremoto posso ottenere il rimborso sull’acquisto o la locazione di macchinari e interventi necessari a far proseguire la mia attività?

Il decreto-legge 205/2016 prevede che le imprese che hanno subito danni possano acquistare o acquisire in locazione macchinari ed effettuare tutti gli interventi necessari a garantire la prosecuzione delle attività e che le spese sostenute per gli acquisti, le locazioni e gli interventi possono essere rimborsate.[/vc_column_text][/vc_tta_section][vc_tta_section title=”AGEVOLAZIONI FISCALI ED ECONOMICHE” tab_id=”1479759400436-af4ca582-0087″][vc_column_text]

Sono titolare di un mutuo. È prevista qualche agevolazione?

Se sei titolare di un mutuo relativo a edifici distrutti o resi inagibili, anche parzialmente, puoi richiedere la sospensione delle rate, optando tra la sospensione dell’intera rata o quella della sola quota capitale.

L’agevolazione è prevista anche per gli edifici destinati alla gestione di attività commerciali ed economiche. Sono previste agevolazioni in materia di tasse?

Il decreto del Ministero dell’economia e delle finanze dell’1 settembre 2016 ha disposto per i comuni colpiti dal terremoto del 24 agosto la sospensione dei versamenti delle imposte e gli adempimenti tributari per tutti i contribuenti che risiedono o operano nei comuni colpiti dal terremoto, come individuati dal decreto del Ministero dell’1 settembre. La sospensione riguarda anche i versamenti e gli adempimenti che derivano da cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione e quelli conseguenti ad accertamenti esecutivi.

Sono residente nelle aree colpite dal sisma, sono previste agevolazioni per il pagamento del mutuo e dei prestiti da parte di Poste Italiane?

A seguito di esplicita richiesta dell’interessato, è immediata la sospensione del pagamento delle rate del mutuo e dei prestiti in corso. Per tutti coloro che vivono nelle zone terremotate, è previsto il blocco delle attività di recupero crediti e di sollecito dei pagamenti. La sospensione è valida solo per i pagamenti non ancora addebitati sul conto.[/vc_column_text][/vc_tta_section][vc_tta_section title=”TRASPORTI” tab_id=”1479759651335-8e54aa88-b8e8″][vc_column_text]

Sono un cittadino residente in una delle zone colpite dal terremoto e ho esigenza di viaggiare per motivi personali. Usufruisco di qualche agevolazione?

Sì, la Società Trenitalia ha prorogato al 31 dicembre 2016, le agevolazioni tariffarie previste per i residenti delle zone colpite dal sisma. Sì, i cittadini sfollati residenti nei comuni colpiti dal sisma del 24 agosto 2016 e dalle successive scosse del 26 ottobre e del 30 ottobre 2016 usufruiscono di un viaggio gratuito di andata e di ritorno sui treni regionali, e della lunga e media percorrenza per qualsiasi destinazione in Italia. È possibile richiedere i titoli di viaggio in tutte le biglietterie Trenitalia, presentando un documento d’identità che attesti la residenza.

Sono un cittadino residente nei territori colpiti dal sisma. Esiste un numero che posso contattare per aggiornamenti in tempo reale su traffico e viabilità nelle aree terremotate?

Il servizio di info mobilità Viaggiare Informati ha attivato il numero verde 1518. È possibile ascoltare i bollettini registrati che riportano le principali informazioni di viabilità nelle zone terremotate selezionando l’opzione 2. Ulteriori informazioni e approfondimenti sono disponibili sul sito web del CCISS: www.cciss.it[/vc_column_text][/vc_tta_section][vc_tta_section title=”SCUOLA E UNIVERSITÀ” tab_id=”1479759728923-98cc9cb7-8e8e”][vc_column_text]

Sono un dirigente di una scuola in un comune colpito dal terremoto. Le classi del mio istituto devono essere composte obbligatoriamente dal numero minimo o massimo di studenti previsto per legge?

Il decreto legge 205/2016 ha disposto per l’anno scolastico 2016/2017 che i dirigenti degli Uffici scolastici regionali possano derogare al numero minimo e massimo di alunni previsti per classe, nelle scuole di ogni ordine e grado dichiarate parzialmente o totalmente inagibili dopo il terremoto, ospitate in strutture temporanee di emergenza e in quelle che ospitano accolgono alunni dalle aree colpite.

Sono un direttore scolastico. Vorrei promuovere un’iniziativa a favore degli studenti colpiti dal terremoto (gemellaggi con altre scuole, ospitalità di studenti, progetti educativi, etc.) o fare una donazione di materiale didattico. A chi mi posso rivolgere?

Può inviare la sua proposta all’indirizzo ripartiamodallascuola@istruzione.it, indirizzo email aperto dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per raccogliere le offerte d’aiuto da parte di scuole e insegnanti, così da poter organizzare al meglio le attività di sostegno. La Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione farà da raccordo tra tutte le proposte pervenute con le esigenze degli istituti colpiti dal sisma.[/vc_column_text][/vc_tta_section][vc_tta_section title=”BENI CULTURALI” tab_id=”1479759789195-c3fcf43e-4545″][vc_column_text]

Sono un professionista in grado di offrire servizi di progettazione per la messa in sicurezza di beni culturali e immobili. A chi posso proporre la mia professionalità?

Il decreto legge 205/2016 dispone che per la progettazione di interventi per la messa in sicurezza di beni culturali e immobili, le pubbliche amministrazioni competenti possano effettuare affidamenti diretti dei servizi di progettazione a professionisti idonei, senza ulteriore formalità, per importi inferiori a 40mila euro.

I soggetti privati, proprietari, possessori o detentori dei beni culturali immobili e dei beni paesaggistici siti nei Comuni interessati dal terremoto possono procedere in autonomia alla messa in sicurezza dei beni?

Sì, i privati possono procedere agli interventi indispensabili, ivi inclusi quelli di messa in sicurezza degli edifici, per evitare ulteriori danni ai beni culturali, dandone immediata comunicazione al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.[/vc_column_text][/vc_tta_section][vc_tta_section title=”FENOMENI CORRELATI” tab_id=”1479759868702-1625825f-78ef”][vc_column_text]

Ho sentito parlare dell’attivazione dei “vulcanelli” a seguito del terremoto. Di cosa si tratta?

Nei giorni successivi ai terremoti di fine ottobre, sono stati osservati alcuni “vulcanelli” in provincia di Fermo. Si tratta di emissioni di fango e acqua. Il materiale fuoriesce da fratture del terreno. È un fenomeno conosciuto e 11 presente da anni nella zona che è stato riattivato e amplificato dagli eventi sismici recenti. Questi hanno messo in pressione i terreni e i fluidi in essi contenuti che hanno trovato sfogo in superficie provocando le fratture che hanno coinvolto i materiali più fini trasportandoli in superficie. Personale dell’Ingv – Centro di competenza del Dipartimento della Protezione Civile – ha effettuato sopralluoghi nelle aree interessate ed ha eseguito campionamenti del fango emesso. Non si evidenziano particolari criticità, né si segnalano emissioni gassose, pur tuttavia si continua a monitorare la dinamica delle fratture. In via precauzionale, si consiglia di non avvicinarsi alle aree interessate da questi fenomeni.[/vc_column_text][/vc_tta_section][/vc_tta_accordion][vc_separator][vc_single_image image=”193″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row]

Note ed osservazioni al Decreto Legge n. 189 del 17/10/2016

Al Presidente delle 5ª Commissione permanente del Senato

Sen. TONINI Giorgio

Argomento: Note ed osservazioni al Decreto Legge n. 189 del 17/10/2016

Il “Comitato 3 e 36” è nato ad Amatrice per iniziativa di un gruppo di promotori locali, innanzitutto per ricreare un luogo di incontro dei cittadini e, attraverso assemblee pubbliche aperte a tutta la popolazione, ha aggregato un numero sempre crescente di aderenti che si è dotato di un proprio Statuto.

La finalità del Comitato è quella di informare e supportare la popolazione nella drammatica fase dell’emergenza e nel lungo periodo della ricostruzione; al tempo stesso, però, il Comitato si propone come soggetto attivo e intende anche essere il luogo in cui i cittadini possano formulare le proprie proposte ed esprimere le proprie istanze nel merito dei processi di ricostruzione delle proprie comunità, fisiche e sociali, a partire dalla preziosa memoria personale, collettiva e storica dei luoghi. L’obiettivo profondo della ricostruzione, infatti, dovrebbe essere quello di ricostruire, di concerto con le popolazioni, i tessuti fisici, sociali ed economici distrutti e non solo il mero ripristino del patrimonio immobiliare.

In uno spirito di collaborazione attiva e propositiva con le Istituzioni e in conformità ai suddetti principi del Comitato, il documento in allegato riporta, pertanto, le osservazioni elaborate dal Comitato 3 e 36, in sede assembleare e con approfondimenti tecnici, con l’obiettivo di proporre delle integrazioni al testo del Decreto Legge n. 189 del 17/10/2016 soprattutto in merito alla ricostruzione privata.

Lo scrivente ringrazia per l’attenzione e si rende disponibile per eventuali integrazioni,

Ing. Marco Palombini
Presidente Comitato Civico 3e36

Allegato: